Poche settimane fa, aprile 2015, ho avuto modo di leggere un articolo del fisico teorico di fama internazionale Lee Smolin e sono rimasto colpito dalla sua Teoria della Selezione Naturale Cosmologica secondo la quale l'universo potrebbe funzionare come un enorme organismo vivente e pertanto possa riprodursi e subire una mutazione come nella trasmissione del DNA. Il fisico sostiene, tra le altre teorie, che quando una stella esplode lascia il posto ad un buco nero ed in quel momento avviene la nascita di un nuovo universo.
«La stella che ha creato il buco nero collassa, e poco prima di diventare infinitamente densa, rimbalza e ricomincia ad espandersi», spiega Smolin. «A quel punto, si creano nuove regioni di spazio tempo, sempre all’interno dell’orizzonte del buco nero, le quali potrebbero crescere e diventare grandi come ha fatto il nostro Universo dopo il Big Bang».
E se l'universo fosse solo un grande cuore pulsante? |
Leggendo queste affascinanti teorie ho ripensato ad un racconto che scrissi tanti anni fa'. Nel 1995 guardando il cielo una sera di fine Agosto scrivevo questo breve racconto per cercare di raccontare quella incredibile sensazione per cui, a volte, per un momento ci sentiamo parte stessa dell'universo. Una sensazione che di solito è possibile solo ad una forza incredibile e misteriosa a cui molti hanno dato nel tempo sempre lo stesso nome: Amore.
LUSTRO ZERO. LA FINE O L'INIZIO DI TUTTO? - 30.08.1995
"I nostri antenati credo che l'avrebbero denominato il lustro 777.777 dopo la nascita del Dio del Criticanesimo ma da quel giorno lontano di 12.700 lustri fa, quando il Comitato Interstellare per la Ricerca Scientifica rese pubbliche le intuizioni del Professor Trulius, tutti i Triumvirati del cosmo conosciuto si accordarono per unificare i sistemi di datazione e fu deciso di chiamare lustro zero quello che il Professore aveva indicato dover essere l'ultimo per l'esistenza della vita sotto forma di materia così come conosciuta.
Gli studi del Professor Trulius ebbero inizio oltre 15.000 lustri fa ma per molto tempo furono tenuti nascosti per paura di un'anarchia interplanetaria, proprio in un periodo in cui la serenità e la pace sembravano aver trovato spazio dopo alcuni millenni di dure guerre nei sistemi stellari di ultima colonizzazione da parte della razza umana.
La decisione di rendere pubblici quegli studi fu presa a maggioranza dal Consiglio degli Undici, un organo esecutivo supremo che estendeva il suo potere sulle politiche sociali ed evolutive di tutti i sistemi stellari sotto giurisdizione della razza umana, ovvero su oltre il 30% di tutto il cosmo fino ad allora conosciuto. Una decisione senza dubbio sofferta ma che non ebbe tutte quelle ripercussioni sull'ordine sociale che lo stesso consiglio si aspettava, forse proprio a causa della diffusione della Fede Truliana.
Infatti sebbene il Professor Trulius si portò nella tomba la sua verità, negli ultimi anni della sua vita si prodigò per dar vita ad un movimento religioso che nel tempo di qualche calendio conquistò la maggioranza del genere umano e gran parte delle forme di vita di tipo C conosciute.
Ma atteniamoci strettamente ai fatti. Dopo anni di studi, nel giorno del suo 155° biocompleanno il Professor Trulius diede corpo ad una teoria che in embrione trovava i suoi fondamenti oltre 4 milioni di bioanni prima. Al tempo l'avevano chiamata teoria del "Big Bang" e forse proprio in ricordo di quel folcloristico nome che il Professore chiamò la sua grande intuizione "Big Bump". Egli scoprì infatti che tutta la materia esistente non solo aveva avuto origine da un unica grande entità che il Professore chiamò "Cuore", ma a questa grande entità avrebbe fatto ritorno ricomponendosi per dare vita ad un insieme di energia e materia che sarebbe stato l'inizio di un nuovo battito cosmico.
Ebbene sì, l'universo non era altro che un'enorme massa pulsante di energia e materia che si espandeva e si ricompattava ad intervalli di 999.999 lustri. O meglio, questa era le teoria come fu interpretata dal Comitato Scientifico, ma il Professore preferiva pensarla in un altro modo.
L'universo, secondo lui, era un immenso cuore pulsante; ed un cuore non decide di pulsare, lo fa perché altrimenti non ci sarebbe vita, semmai sono le braccia, le gambe ed il cervello che si chiedono da dove arriva la vita che scorre in loro. E così accadeva nel cosmo ad ogni espansione l'enorme "Cuore" lanciava lontano da sé le sue stesse cellule che col passare del tempo si scordavano di essere parte del cuore ed iniziavano ad interrogarsi da dove arrivasse loro la vita senza rendersi conto che la domanda non aveva senso poiché era come se l'acqua per dissetarsi chiedesse a sé altra acqua.
Il Professore amava questa idea e la mise al centro del suo pensiero religioso. Egli predicava il ritorno ad una vita primordiale, ma non come valore in sé, bensì in quanto riteneva che la specializzazione allontanasse la razza umana dalla consapevolezza di essere solo una variazione bizzarra di molecole. Infatti il Professore non aveva mai concordato con la scelta fatta dal Consiglio degli Undici, alcune centinaia di lustri prima, di sospendere tutti gli esperimenti di manipolazione genetica sulla razza umana e di reindirizzare tutte le ricerche sulla plasmazione della materia. Quella decisione aveva di fatto sancito la superiorità della materia biologica su quella inanimata, invece il Professore aveva sempre ritenuto che il carbonio che compone l'uomo e quello che compone i minerali abbia la stessa struttura atomica e lo stesso valore morale.
Una visione un po' troppo ardita per quei tempi, infatti partendo da questo assunto, il Professore arrivava a dire che di fatto disintegrare un essere umano ed un'equivalente massa di molecole dello stesso tipo aveva la medesima rilevanza morale. Negli ultimi anni della sua vita, per queste sue teorie, il Professore aveva anche rischiato l'esilio ma poi egli stesso si rese conto che a volte le grandi intuizioni vanno raccontate a piccoli passi e così si mosse.
Come non si possono ricordare quei romanzi in cui raccontava la vita e gli amori delle montagne o le frustrazioni degli elettroni. Ad esempio, il Professore amava paragonare la psiche umana agli isotopi dell'idrogeno; ovvero, egli diceva, non importa il numero dei componenti all'interno della psiche, né il loro funzionamento, ciò che importa è solo il fatto che essi costituiscano un' entità e compito dell' entità è unicamente quello di prendere atto di se stessa e non di interrogarsi sulla sua origine o sul suo scopo.
A tutt’oggi gran parte del pensiero del Professor Trulius sfugge ancora a molti ma forse proprio perché come diceva il Professore: “Il compito di un'idea è entrare nelle altre menti per scuoterle e non per adagiarvisi".
Così questa notte, ultima notte del lustro zero, mio grande amore, per la prima volta ti ho avuta tra le braccia e sebbene non riesca a togliermi dalla testa che anche tu tra poche ore verrai disintegrata e ricompresa nel "Cuore" Truliano, nel mio di cuore sento vicina la verità e non percepisco più né il mio corpo né il tuo ma solo il Cuore che è entrambi e ci sta’ richiamando per averci con sé nel nuovo battito.
Forse qualcuno non capirà questa mia serenità ma il dono della Fede Truliana purtroppo è riservato solo ai pochi che sanno esplorare col cuore e non con la mente. Domani queste mani, questo corpo, queste parole non esisteranno più e forse non esisteranno più donne e uomini per diversi battiti perché, come sosteneva il Professore, ad ogni battito la vita è uguale nella sua essenza ma diversa nella sua forma.
Io stasera consegno all'oblio della mia mente queste parole, testimonianza di una forma di vita bizzarra ed affascinante e mi stringo a te, due corpi ed anime nello stesso Cuore. Domani in pochi secondi tutto accadrà e forse in quell'istante capirò tutto, o meglio ancora, forse finalmente in quell'istante smetterò di pensare ed inizierò anch'io ad essere."
Dedicato all’energia dell’universo che scorre in noi, che molti chiamano Amore.
Se ti interessa leggere altro vai in Rime e Racconti.
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